08 Mag Le nuove tendenze nei principali settori del Real Estate
Vi offriamo di seguito una breve panoramica sulle nuove tendenze del Real Estate, anche alla luce di quanto la pandemia ha modificato le attuali esigenze degli investitori ed operatori del mercato immobiliare.
Residenziale, colpito ma non affondato
Il mercato immobiliare residenziale ha sicuramente subito duri contraccolpi dall’avvento della pandemia, ma non tutti i componenti sembrano esser stati colpiti con la stessa intensità. Gli effetti si sono fatti sentire soprattutto sul mercato delle locazioni, su cui hanno influito la difficoltà di movimento e l’incertezza economica dei conduttori, aspetti che hanno generato una forte riduzione della domanda rispetto all’offerta, con conseguente inevitabile diminuzione dei prezzi di locazione.
Discorso diverso invece per quanto riguarda le compravendite. Da un lato la situazione economica non favorevole e l’incertezza nel futuro ha ridotto nel breve periodo il numero delle transazioni, dall’altro la presenza della pandemia ha spinto un numero cospicuo di acquirenti verso la ricerca di case più grandi che possano ospitare un numero maggiore di membri della famiglia, o che permettano di avere più stanze a disposizione per svolgere smart working o lezioni scolastiche online. La tendenza è quindi quella di spostarsi verso immobili più vicini alla periferia, dove i prezzi sono minori e gli spazi più grandi.
Retail e Logistica, l’avvento dell’E-commerce
Sicuramente questo è uno dei segmenti immobiliari che sono stati maggiormente colpiti dalla pandemia e dalle sue conseguenze. Il lockdown ha pesato molto sulle attività commerciali retail, con una conseguente richiesta di riduzione dei canoni di locazione. Ciò rappresenta un cambio di rotta piuttosto drastico, considerando che a fine 2019 le aspettative per il mercato immobiliare in questo settore vedevano gli investimenti in crescita per quanto riguarda gli “high street shops”, ossia il mercato delle vie principali dello shopping.
Parallelamente alla crisi del settore retail, vi è invece sempre maggiore interesse e richiesta per il settore immobiliare della logistica, ovvero quella parte di mercato che si occupa di immobili destinati ad attività di stoccaggio, come per esempio magazzini, ma anche box dove sistemare la merce, prima che venga distribuita ai centri di vendita.
Il proliferare delle attività di e-commerce ha creato una nicchia di mercato per lo stoccaggio, la catalogazione e la spedizione di prodotti. Un trend che era già iniziato nel periodo pre-COVID, a causa della maggiore penetrazione dell’e-commerce in Europa e soprattutto nei Paesi Bassi, in Francia, Nel Regno Unito e in Germania.
Uffici, tra presente e futuro
Nel breve termine il trend per il mercato immobiliare degli uffici non è sicuramente positivo ed il settore sta soffrendo particolarmente a causa di diversi fattori, tra cui la recessione dell’economia, il conseguente aumento della disoccupazione e le nuove tendenze in tema di spazi ad uso ufficio.
Proprio questo ultimo aspetto ha un’incidenza rilevante su questo tipo di asset class. Molte aziende, infatti, sull’onda dello smart working stanno valutando di ridurre i loro requisiti in termini di spazio, con particolare attenzione al taglio dei costi. Queste tendenze avranno come conseguenza quella di esercitare nel breve periodo una pressione al ribasso sulle locazioni ed aumentare gli spazi di uffici disponibili sul mercato.
Una volta che la crisi covid-19 sarà finalmente un ricordo, prevediamo tuttavia che i piani delle aziende possano cambiare nuovamente, con i dipendenti che probabilmente valorizzeranno nuovamente l’importanza di uno spazio da condividere con i colleghi di lavoro.
Una formula che ha già ottenuto successo in periodo pre-pandemia e che sicuramente continuerà il suo trend negli anni a venire, è quella degli uffici flessibili (cd. Serviced offices) e degli spazi di Co-working. Tali soluzioni consentono alle start-up con limitate disponibilità economiche di avere una sede fisica a costi ridotti e condivisa con altri operatori. Tale soluzione inizia a piacere anche ad aziende più strutturate e con numero maggiore di dipendenti e potrebbe rappresentare il compromesso ideale post-covid, quando le aziende potrebbero rivolgersi a soluzioni più flessibili e dinamiche.
Senior housing e Co-Living, i settori del futuro?
Alla luce dei cambiamenti che stiamo attraversando, occorre dunque chiedersi quali saranno i settori su cui punterà l’industria del mattone. In prima linea ci sono certamente quelli del Senior housing, rivolto agli over 65 ed il settore del Co-living, rivolto invece ai giovani di età compresa tra i 25 e 35 anni.
Per quanto riguarda il Senior housing la dinamica demografica e l’età media della popolazione in aumento sono fattori strettamente correlati alla diffusione di questo tipo di strutture. Tali abitazioni si caratterizzano per l’offerta di servizi comuni e personalizzati di supporto ai residenti e per la presenza di aree comuni che favoriscono la socializzazione. Si tratta quindi di strutture che hanno l’obiettivo di incentivare l’aggregazione e favorire la socialità. Il settore si sta affermando negli ultimi anni in paesi come il Regno Unito, la Francia e la Germania e riteniamo possa continuare a crescere. Discorso simile per il settore del Co-living, rivolto invece ai più giovani. Si tratta di residenze dove giovani professionisti possono condividere la vita di tutti i giorni in strutture che offrono spazi, zone comuni ed attività per favorire la socializzazione. Un modello quindi in ascesa tra le varie fasce di età della popolazione e destinato a ricreare quello spirito di comunità oggi ancor più ambito dopo mesi di solitudine forzata.